TERRITORIO
È conosciuta come importante centro etrusco, borgo medievale e rinascimentale, nonché sede episcopale.
La chiesa risulta essere la più antica del centro storico e, secondo alcuni studiosi, nel corso del VI secolo è stata la prima sede vescovile della diocesi: in quell’epoca l’edificio religioso era certamente intitolato ad un altro santo.
La tradizione vuole che il vescovo di Palermo, Mamiliano, abbia svolto a Sovana, agli inizi del IV secolo, opera di evangelizzazione. Questa precoce conversione al Cristianesimo valse a Sovana la nomina, ricevuta nel V secolo, a sede vescovile.
La fondazione dell’attuale edificio risale all’VIII-IX secolo, e da allora
La Tomba della Sirena o, secondo l’antica definizione “La Fontana”, fa parte della necropoli di Sopraripa e risale tra la fine del III e il II secolo a.C. La tomba deve il suo nome alla figura femminile scolpita nel frontone, la presenza della duplice coda pisciforme l’ha fatta identificare in una sirena.
La Tomba Ildebranda fu scoperta nel 1924 da uno dei fratelli Rosi, e da allora studiata attentamente nei suoi dettagli da Ranuccio Bianchi-Bandinelli. Risalente al III-II sec. a.C. è considerata nella sua particolarità il più importante monumento della necropoli non solo sovanese, ma anche dell’intera etruria.
Il caratteristico centro storico è noto come la piccola Gerusalemme, per la storica presenza di una comunità ebraica, da sempre ben integrata nel contesto sociale che qui aveva la propria sinagoga.
L’insediamento della comunità ebraica a Pitigliano avvenne dopo la metà del XVI secolo, sotto la protezione dei conti Orsini; si ipotizza che l’attuale sinagoga sia sorta su un oratorio preesistente. L’attuale costruzione risale al 1598.
L’edificio sacro sorge nella zona anticamente abitata dalla comunità ebraica di Pitigliano, che si caratterizza per stretti vicoli ed archi molto suggestivi
La Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo è il Duomo di Pitigliano.
L’Acquedotto Mediceo è una struttura di ingegneria idraulica concepita per il rifornimento idrico del borgo di Pitigliano,i lavori sono partiti intorno al 1500.
Distanza 32 Km
Le Cascate del Mulino sono uno dei luoghi più suggestivi ed affascinanti della Maremma Toscana, si tratta di un luogo sorto in maniera naturale, originatosi da una roccia di travertino, scavata dalla cascata di acque solfuree termali.
Le Cascate si rendono celebri soprattutto per la loro bellezza, piccole piscine naturali si riempiono continuamente dell’acqua che giunge dall’alta cascata
La chiesa di Santa Maria Maddalena è la chiesa principale di Saturnia, frazione del comune di Manciano in provincia di Grosseto.
La più antica citazione della chiesa risale al 1188, ma l’attuale veste dell’edificio è dovuta al radicale restauro del 1933
Sorano è definita la Matera della Toscana, per la sua particolare caratteristica urbanistica di numerosi edifici rupestri scavati nel tufo, che ricordano i celebri Sassi.
La Fortezza Orsini di Sorano, (provincia di Grosseto), è un’imponente complesso fortificato e residenziale situato nella parte alta dell’omonima località, in posizione dominante rispetto a tutto l’abitato e al territorio circostante.
Collegiata di san niccolò: La chiesa è ricordata per la prima volta nelle Decime del 1276 come suffraganea della pieve di San Nicola di Selvena. Intorno al 1290 vi lavorarono per conto della contessa Margherita di Monfort maestranze senesi. Nel 1509 divenne collegiata. Importanti ampliamenti e ristrutturazioni avvennero nella seconda metà del XVIII secolo.
Il Masso Leopoldino, noto anche come Rocca Vecchia, è una struttura fortificata situata nel centro storico di Sorano. La sua ubicazione è in Piazza del Poggio, all’estremità nord-occidentale del borgo e, assieme alle Mura di Sorano e alla più imponente Fortezza Orsini, era parte integrante del sistema difensivo della cittadina dell’Area del Tufo.
Le Vie Cave, denominate anche Cavoni, costituiscono una suggestiva rete viaria di epoca etrusca che collega vari insediamenti e necropoli nell’area compresa tra Sovana, Sorano e Pitigliano, sviluppandosi prevalentemente in trincea tra ripide pareti rocciose di tufo, a tratti alte oltre i venti metri: queste caratteristiche costituivano anche un efficace sistema di difesa contro possibili invasori.
Distanza 40km
Distanza 45km
Si può far risalire la sua ultima eruzione a circa 700.000 anni fa. È attestata la presenza umana sull’Amiata fin dalla preistoria. La più antica testimonianza artistica è un graffito raffigurante un arciere. L'”arciere”, da cui prende il nome la grotta in cui è situato, si trova nel comune di Abbadia San Salvatore ad un’altitudine di 1050 m.s.l.m.. La sua datazione è difficile da precisare ma si ipotizza che risalga all’età del bronzo. Per gli etruschi l’Amiata era la terra sacra, dove dimorava la loro divinità più importante: Tinia (Giove per i romani).
Distanza 57km
Porto Santo Stefano
Porto Santo Stefano è il capoluogo del comune italiano sparso di Monte Argentario, nella provincia di Grosseto, in Toscana. Rinomata località turistica di grande tradizione marinaresca situata sulla costa nord-occidentale dell’Argentario.
Porto Ercole
Porto Ercole è una frazione del comune italiano di Monte Argentario, nella provincia di Grosseto, in Toscana. Rinomata località turistica di grande tradizione marinaresca situata sulla costa dell’Argentario, dal 2014 fa parte de i borghi più belli d’Italia.
Distanza 100km
Giglio offre agli appassionati del mare bellissime spiagge e una costa estremamente varia con delle calette isolate di rara bellezza. Le sue limpidissime acque sono un affascinante mondo subacqueo per gli amanti delle immersioni. Il suo territorio incontaminato invita ad avventurarsi per i molti percorsi pedonali dai quali si gode un panorama mozzafiato sull’arcipelago. Da vedere ci sono i due paesi Giglio Castello, un suggestivo borgo medievale che si erge sulle alture dell’isola, e Giglio Porto, unico porto dell’isola, piccolo e pittoresco, dalle case multicolori ed il mare di una limpidezza impensabile per un porto.
Distanza 20km
La cattedrale è una basilica di stile romanico e appartenente storicamente all’ordine benedettino. È chiamata del Santo Sepolcro perché vi è conservata una pietra macchiata di sangue che si dice provenga dal Santo Sepolcro di Gerusalemme. La reliquia è conservata all’interno di una cripta di stile romanico, una delle più importanti e caratteristiche in Italia per la sua antica origine (X-XI secolo) e le
Girolamo Fabrici d’Acquapendente (Acquapendente, 1533 – Padova, 21 maggio 1619) è stato un anatomista, chirurgo e fisiologo italiano.
È conosciuto anche come Girolamo Fabrizio o col nome latino Hieronymus Fabricius
Distanza 20km
Bolsena è un comune italiano della provincia di Viterbo, nel Lazio, famosa per essere denominata “La città del miracolo eucaristico” dando origine al Corpus Domini
Distanza 40km
Anticamente conosciuto con il nome di Bagnorea. Il toponimo deriva probabilmente da Balneum Regis, in riferimento alla presenza di acque termali dalle particolari proprietà terapeutiche.
La chiesa di San Bonaventura da Bagnoregio è un luogo di culto cattolico del comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nella diocesi di Viterbo.
Nel sito dell’attuale chiesa sorgeva anticamente un’altra chiesa, dedicata a sant’Angelo. Questa venne acquisita il 13 marzo 1632 dalla Compagnia di San Bonaventura, che iniziò ad officiare la chiesa con il titolo di san Bonaventura da Bagnoregio.
Distanza 40km
Attestata sin dal medioevo è la leggenda legata ad una profonda caverna posta su un isolotto del Lough Derg (Donegal), Repubblica d’Irlanda. Secondo la leggenda, la caverna era stata indicata da Cristo a San Patrizio, solito ritirarsi in preghiera nell’isola, affinché potesse mostrare le pene dell’Inferno ai fedeli più increduli, che vi si fossero avventurati sino a raggiungere il fondo. In cambio costoro avrebbero ottenuto la remissione dei peccati e l’accesso al Paradiso.
La caverna divenne meta di pellegrinaggio, sino a quando, nel 1457, papa Alessandro VI impose la chiusura della grotta.
La costruzione della chiesa fu avviata nel 1290 per volontà di papa Niccolò IV, allo scopo di dare degna collocazione al Corporale del miracolo di Bolsena. Disegnato in stile romanico da un artista sconosciuto (probabilmente Arnolfo di Cambio), in principio la direzione dei lavori fu affidata a fra Bevignate da Perugia a cui succedette ben presto, prima della fine del secolo,Giovanni di Uguccione, che introdusse le prime forme gotiche. Ai primi anni del Trecento lo scultore e architetto senese Lorenzo Maitani assunse il ruolo di capomastro dell’opera,celebre la sua facciata.
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